Miti fiabe & guerrieri by Elten Datlow e Terry Windling (a cura di)

Miti fiabe & guerrieri by Elten Datlow e Terry Windling (a cura di)

autore:Elten Datlow e Terry Windling (a cura di)
La lingua: ita
Format: epub
editore: Arnoldo Mondadori
pubblicato: 1994-05-14T16:00:00+00:00


Il serraglio (la corte)

I nani vivono vicino al serraglio del Principe. Nelle notti serene, quando la musica che giunge dal Palazzo Superiore non è troppo chiassosa, essi possono sentire il gulone chiamare e strillare alla luna piena, o l’unicorno saltellare su e giù sui suoi zoccoli ornati di gemme, mentre il cane a due teste si comporta, generalmente, in modo reticente.

Per i nani era stata costruita una città tutta per loro, ai piedi del Palazzo. Ogni casa è come il palazzo di una bambola, ammobiliata a loro misura, e per servitori sono loro concessi ragazzi intelligenti inferiori ai dieci anni che vengono sostituiti da altri non appena raggiungono il limite d’età. Intorno ai palazzi in miniatura si stendono a scacchiere meravigliosi rosai, prati coperti da Polygonum auricolare, e siepi potate in forme scultoree e laghetti. Tutto è delimitato da un muro possente, i cui cancelli durante la notte sono sorvegliati da una razza particolare di mastini in miniatura i quali, introdotti tra i nani mentre sono ancora cuccioli, minacciano di attaccare chiunque li disturbi. Soltanto il Principe e alcuni dei suoi cortigiani selezionati possono violare il luogo ogni volta che lo desiderino. Ma questo non accade molto spesso.

Heracty si ambientò ben presto nella città dei nani. Si rese conto di quanto fossero protetti, eppure, allo stesso tempo, seppe quanto egli stesso potesse odiare tutto questo mondo costruito a sua misura e tanto comodo.

I suoi quattro compagni erano belli e sagaci; due di loro avevano voci bianche che, all’opportunità, facevano risuonare come uno strumento musicale chiaro da alto soprano che il Principe sembrava apprezzare molto. Le due nane erano eccezionali per la loro grazia e il loro talento, una bionda e l’altra bruna. Quest’ultima aveva sposato il suo corteggiatore nano, e lo sposalizio era stato molto festeggiato a Palazzo; il Principe aveva accompagnato la sposa all’altare e si diceva che l’unione avesse dato una figlia. Ma la ragazza, poiché fu evidente che si sarebbe sviluppata con una statura normale, era stata portata via per non essere, in seguito, cagione di dolore per i suoi genitori.

Heracty, introdotto nella comunità che incrementava in un numero dispari, sette, malgrado fosse stato accolto con sincera cordialità, rimase sempre un estraneo. Divenne però uno studioso di uomini, un osservatore dell’altra specie. Quando era chiamato per divertire il Principe con la sua eleganza e la sua arguzia, Heracty ne approfittava per osservare tutti coloro che lo circondavano. Era convinto di appartenere a un’altra razza umana, una razza incontaminata. Quello che vedeva nel comportamento degli uomini normali confermava la sua opinione.

Fu durante uno dei primi banchetti a cui era stato chiamato a partecipare come giullare che Heracty vide la Regina Rossa, la vedova del Re morto.

Lei arrivò in ritardo, e il Principe si alzò graziosamente, celando a malapena una certa contrarietà, per salutarla. Sedendosi, girò attorno a sé lo sguardo come se non sapesse dove si trovava, come in sogno. Ogni tanto prendeva qualcosa dal piatto o alzava la sua coppa, ma niente raggiungeva le sue labbra come se, nell’atto, dimenticasse già l’azione che stava per compiere.



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